Iscriviti alla newsletter




Joomla Extensions powered by Joobi

volontario msgsv

Comunicati

Il terremoto in Giappone e la conseguente fusione dei reattori nucleari ha scatenato il timore di una catastrofe nucleare senza precedenti. Con l’avvicinarsi del 25° anniversario del disastro di Chernobyl, che secondo fonti non legate all’industria ha causato 950.000 morti, il portavoce di MSGV parla dell’uso dell’energia nucleare.

Il terremoto che ha colpito il Giappone ha causato un’esplosione in due reattori della centrale nucleare di Fukushima I, con la possibilità che se ne aggiunga un terzo, una nube radioattiva, l’evacuazione di 170.000 persone e l’immediato ricovero in ospedale di altre cento.  

Nonostante le rassicurazioni del governo giapponese, la situazione potrebbe ancora peggiorare; possiamo già vedere l’industria nucleare al lavoro nel tentativo di soffocare la crescente opposizione all’energia nucleare.

Ciò che è successo dimostra che le centrali nucleari sono insicure e pericolose, non solo per le scorie radioattive lasciate in eredità alle future generazioni per migliaia di anni, ma anche per gli enormi pericoli riservati a chi vive nelle vicinanze. Data l’instabilità geologica del paese, il governo giapponese ha dato prova di una grave irresponsabilità scegliendo la strada del nucleare.

Tony Robinson, portavoce di MSGV, dichiara: “Mondo senza Guerre appoggia l’abbandono di questa fonte energetica, che costituisce una minaccia di proliferazione delle armi nucleari ed è superata, insicura e costosa. Al suo posto sosteniamo l’adozione di modelli energetici basati sulle energie alternative e rinnovabili. Da quando viene estratto al momento in cui si trasforma in scorie radioattive di cui non c’è modo di liberarsi, l’uranio causa avvelenamenti, proliferazione di armi e lotte per il controllo dei minerali. L’uso dell’energia nucleare da parte dei governi è del tutto irresponsabile. Non stiamo parlando di limitare il diritto dei paesi di cercare politiche energetiche che rispondano alle esigenze nazionali, ma non possiamo tollerare che l’intero pianeta venga avvelenato per generazioni.”

Mondo senza Guerre e senza Violenza

MSGeV segue con partecipazione e angoscia i drammatici avvenimenti di questi giorni in Libia: la vittoria della protesta popolare nonviolenta in Tunisia ed Egitto evidentemente non è servita di lezione al feroce regime di Gheddafi, che risponde alle manifestazioni assoldando mercenari africani, sparando razzi contro la gente e attribuendo la sollevazione a un complotto islamico e a oscure manovre straniere!

 

Di fronte a questa tragica situazione condanniamo con fermezza:

-  la violenta repressione scatenata da Gheddafi contro le legittime richieste dei manifestanti.

 

Denunciamo:

- l’ipocrisia dell’Europa, che dopo aver sostenuto per anni Gheddafi, vendendogli armi e tecnologia nucleare, ora si accorge che si tratta di un sanguinario dittatore.

- e in particolare l’Italia, che sostiene il cinico ricatto di Gheddafi, sempre pronto a minacciare di interrompere la sua nefasta collaborazione nel “contenimento” dell’immigrazione clandestina (ossia lager disumani dove spariscono gli immigrati respinti dai “civili” paesi europei).

 

Ribadiamo:

- il nostro sostegno a ogni protesta nonviolenta in Libia.

- la certezza che il vento di cambiamento che ha cominciato a soffiare in Tunisia non si fermerà, abbattendo anche in Libia l’ennesimo regime al potere da decenni.

 

Ci auguriamo che il terribile prezzo di sangue pagato finora non aumenti ancora e che anche in Libia possa cominciare una nuova era di democrazia e libertà, secondo le più profonde necessità dei popoli.

Le dimissioni di Mubarak segnano una straordinaria vittoria della gente: in 18 giorni di mobilitazione nonviolenta, resistendo ad aggressioni di ogni tipo, gli egiziani sono riusciti a liberarsi di un dittatore che li opprimeva da trent'anni!
Il coraggio e la perseveranza dimostrati dai manifestanti sono un esempio che ci auguriamo altri popoli seguano. E non solo nel mondo arabo.
La transizione verso una vera democrazia e un cambiamento profondo non sarà facile e il popolo egiziano dovrà restare vigile e pronto a nuove mobilitazioni, ma oggi è il momento di festeggiare.
Ora nessuno potrà più dire che una rivoluzione nonviolenta è impossibile.

Dalla Tunisia all’Egitto milioni di nostri fratelli e sorelle stanno lottando per la libertà, la dignità, la giustizia e per affermare una vita migliore. Abbiamo il dovere e la responsabilità di sostenerli, prendendo l’iniziativa anche in questo Paese. Promuoviamo una giornata di mobilitazione nazionale e solidarietà con i popoli arabi che unisca la gente di buona volontà, gli antirazzisti, la gente solidale e innanzitutto i fratelli e le sorelle immigrati, che esprima solidarietà a fianco di chi lotta nel mondo arabo  e dia forza alle loro ragioni. Siamo tutti in piazza Tahrir.

Sabato 12 febbraio manifestazioni a:

Milano - Piazzale Loreto (per il Nord) ore 15.00
Roma –  Piazza della Repubblica ore 15.00
Firenze – Piazza SS Annunziata  ore 16.00

Napoli  – Piazza Garibaldi ore 15.00
Palermo – ore 16.00


Il Comitato promotore
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Leggi tutto...

Riguardo agli eventi in Egitto:

  1. Esprimiamo la nostra piena solidarietà al popolo egiziano, che sta manifestando per il fondamentale diritto umano di cambiare il proprio governo, nelle mani di un dittatore al potere da trent’anni e sottolineiamo che il 66% degli egiziani non era neanche nato, quando Mubarak ha assunto il controllo del paese.
  2. Appoggiamo la richiesta di massa che Mubarak si dimetta immediatamente e senza condizioni.
  3. Denunciamo tutti gli atti di violenza, sia compiuti da membri deviate delle forze di sicurezza, sia da manifestanti e chiediamo al future governo egiziano di portare davanti alla giustizia I responsabili degli omicidi e dei ferimenti avvenuti durante le proteste.

Riguardo agli eventi generali in Medio Oriente:

Leggi tutto...

Dopo anni di silenzio all'ombra di dittature, la società civile, prima in Tunisia, poi in Egitto ed ora anche in Yemen, ha iniziato a protestare in tutto il paese per
rivendicare il proprio diritto alla democrazia.

Mondo Senza Guerre e Senza Violenza riceve questa notizia con grande entusiasmo e appoggia le richieste dei manifestanti.
Notiamo con gioia che la maggior parte di questi sono giovani decisi a ribellarsi a un governo vecchio, corrotto e oppressivo, ma siamo preoccupati per la cieca violenza
repressiva scatenata dalle autorità e anche dalla possibilità che la rabbia dei manifestanti contribuisca a creare una spirale di violenza inarrestabile, a danno del
successo della protesta.

Chiediamo ai governi di questi paesi di dimettersi, di ripristinare la libertà di espressione e manifestazione e di lasciare spazio a una transizione nonviolenta che
porti a una nuova tappa di libertà per uomini, donne, anziani e giovani.


Mondo Senza Guerra e Senza Violenza Italia
Emanuela Fumagalli
Portavoce

Apprendiamo con viva angoscia la notizia della strage di 23 cristiani copti il giorno di Capodanno nella chiesa dei Due Santi, ad Alessandria d'Egitto.
Nell'esprimere la nostra totale solidarietà e vicinanza alle vittime e alle loro famiglie, cogliamo l'occasione per ribadire, in modo ancor più deciso, le nostre convinzioni di umanisti:

  • la libertà di culto è un diritto imprescindibile dell'uomo, così come sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e come già insegnato da Gandhi: "Di tutte le violenze, quelle più assurde e intollerabili sono quelle perpetrate in nome di Dio";
  • le minoranze religiose, etniche, culturali, politiche, sessuali, così come coloro che non si riconoscono in nessun Dio, necessitano di rispetto e devono godere di diritti e doveri come tutti gli abitanti di questo pianeta;
  • i fondamenti di qualsiasi religione escludono la violenza contro altri esseri umani. Nella Bibbia leggiamo "Non uccidere"; e nel Corano: "Chi uccide un proprio simile uccide il mondo intero". Anche se non professa lo stesso credo.

Pertanto, mentre attendiamo una forte e corale presa di posizione di altre confessioni religiose verso un attentato che nulla ha a che vedere con la vera fede, auspichiamo la formazione di tavoli di lavoro, occasioni di dialogo, insegnamento non confessionale di tutte le religioni, a partire dalla scuola, perché la conoscenza reciproca è la prima base per costruire un'autentica nazione umana universale.

Mondo Senza Guerre e Senza Violenza